Il CEN (Comitato Europeo Normalizzazione), suddivide gli incendi principalmente in base alla sostanza che li genera. Tale classificazione incendi, di supporto al servizio di protezione e prevenzione in azienda e principalmente al responsabile e addetto antincendio, rende possibile in caso di pericolo un approccio sicuro all’emergenza principalmente perché analizza i diversi aspetti della combustione al fine di creare i fattori decisivi per un corretto comportamento nei casi di emergenza antincendio.
Esistono quindi criteri di classificazione specifici che decretano l’esplosività, il pericolo di incendio e il rischio danni di un determinato evento e, lo fanno direttamente dalla composizione e dalla struttura chimica presente nella liberazione di energia classificando il fuoco secondo una tabella suddivisa in:
A: incendi di materiali solidi, combustibili, infiammabili ed incandescenti
B:Incendi di liquidi o solidi che si possono liquefare
C:Incendi di gas infiammabili
D: Incendi di sostanze chimiche spontanee
E(1): Incendi di apparecchiature elettriche
F(2): Incendi generati da oli e grassi in apparecchi per la cottura
Da questa tabella deriva inoltre il punto di infiammabilità che è rappresentato dalla temperatura oltre la quale un combustibile evapora e crea le condizioni essenziali per un innesco di incendio. Tale punto, varia da combustibile a combustibile (ad esempio esistono combustibili che anche a basse temperature ma in presenza di fiamme possono generare incendi) ed è indispensabile conoscerlo per poter diminuire le potenzialità di innesco.
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